19/02/2021
Il governo Conte-bis si è dissolto in tempi rapidissimi. A sostituirlo, Mattarella ha chiamato il “salvatore della Patria” Mario Draghi, per ripetere l’exploit del salvataggio dell’euro con il suo “whatever it takes”. Tutti i poteri del Paese gli hanno reso omaggio: ma l’incoronazione a “sovrano" sarà duratura o la "luna di miele" svanirà davanti alle prime decisioni serie?
Certo, questo Draghi non è quello che nel 2011 intimava a
Berlusconi durissima austerità e tagli, provocandone la sostituzione con il
tecnocrate “lacrime e sangue” Mario Monti.
Tra i due Mario c’è la stessa differenza esistente tra la disastrosa politica
di austerità e di blocco della spesa pubblica imposti allora dall’Unione
Europea, e l’attuale politica espansiva, con la centralità della spesa
pubblica per far ripartire
l’economia, svolta i cui maggiori artefici sono stati proprio Draghi e Angela
Merkel.
Chi identifica liberismo e
capitalismo, dimentica che gli Stati (quelli potenti) hanno sempre agito nei
periodi di crisi come “capitalista collettivo”, consentendo
grazie alla spesa pubblica
la ripartenza di economie soffocate dai
tagli del liberismo.
Dunque, almeno
fino all’uscita dalla crisi economico- pandemica, i rischi per la giustizia sociale ed economica non dipenderanno da una
presunta sudditanza di Draghi ad un inesistente “governo delle banche e della
Grande Finanza”, quanto dalla
direzione che prenderanno i grandi flussi di denaro a disposizione, a
favore di chi verranno spese tali somme.
E a tal proposito, bisogna sfatare
un altro luogo comune: quello della emarginazione/impotenza dei principali
partiti di fronte al potere “sovrano” di Draghi. Si fatica
a prendere atto che i maggiori partiti italiani non hanno più alcun vincolo
ideologico, teorico, culturale e politico, e figuriamoci se morale, da
rispettare: sono solo macchine di potere,
finalizzate a conquistarlo e mantenerlo; e le posizioni ideologiche e politiche
sono intercambiabili come maschere.
Le “creature” provenienti dallo scioglimento del PCI hanno sposato fino a
ieri il liberismo più scriteriato; del trasformismo berlusconiano non conta
neanche parlare, mentre quello dei 5Stelle, che dovevano “aprire il Parlamento
come una scatola di tonno”, batte ogni record; e la virata a 180 gradi della
Lega dal sovranismo fascistoide all’europeismo sorprende solo chi le attribuiva
riferimenti ideologici e politici coerenti.
Ma questo nulla toglie al potere
che i partiti al governo non molleranno: e il loro ingresso in
massa nel governo deriva dal voler partecipare da protagonisti alla spartizione
del “bottino”, la ferrea volontà di foraggiare le proprie consorterie, circuiti
affaristici, lobbies sociali.
Il governo Draghi é costituito da tecnocrati messi a guardia di otto
ministeri di rilievo, che potrebbero tentare di avviare riforme strutturali
dannose, e da 15 ministri politici, scelti con il manuale Cencelli della
vecchia DC, impegnati a battagliare tra loro e con il “sovrano” per garantirsi
la ripartizione del "malloppo".
Per chi intende lottare per la giustizia
sociale ed economica, per il lavoro, per il reddito universale, per i Beni
comuni e i servizi pubblici, a partire da scuola, sanità e trasporti, un governo che dipende da un blocco senza precedenti di
partiti, saldati in un micidiale patto spartitorio, costituisce un avversario contrastabile
solo da ampie coalizioni, che evitino l’illusione di poter spuntarla battendosi
solo sulla propria tematica.
Come COBAS stiamo cercando di dare il massimo contributo per
l’intersezione tra i vari conflitti necessari.
Però, crediamo che nell’immediato vada data centralità alla catena sociale che
collega scuola, sanità, trasporto pubblico e lavoro, per garantire la massima
sicurezza possibile contro la pandemia ma anche contro l’utilizzazione malsana
degli ingenti fondi a disposizione.
SCUOLA
In particolare, abbiamo difeso strenuamente, in splendida solitudine tra
i sindacati e in coalizione con Priorità alla Scuola, la riapertura totale
della scuola, in parte ora raggiunta e che va mantenuta.
E a tal fine, ribadiamo al nuovo governo la richiesta urgente di:
a) portare a 20 il numero
massimo di alunni/e per classe;
b) aumentare gli organici,
assumendo a tempo indeterminato i docenti precari con almeno 3 anni di servizio
e gli Ata con 2 anni;
c) investire in modo rapido
sull'edilizia scolastica e garantire tamponi, tracciamenti e servizi sanitari
nelle scuole.
SANITÀ PUBBLICA
Per quel che riguarda la Sanità pubblica, visto che il territorio non è
riuscito ad evitare con le proprie strutture di base l’intasamento degli
ospedali, riducendo ogni altra attività per fare spazio alle aree Covid, è
decisivo:
a) un significativo aumento
delle risorse finanziarie e degli organici con l'assunzione a tempo
indeterminato di medici, infermieri e altri operatori sanitari;
b) la revisione del Titolo V in tema di autonomia sanitaria alle
Regioni, restituendo alla gestione nazionale le decisioni fondamentali;
c) investimenti seri sulla
medicina territoriale pubblica e ridimensionamento drastico della Sanità
convenzionata, a cui al momento vanno le percentuali maggiori delle risorse
regionali.
TRASPORTI
Il terzo punto cruciale per la lotta alla pandemia riguarda il trasporto pubblico
per il quale chiediamo:
a) lo stop alle
privatizzazioni e esternalizzazioni delle aziende, attivandone la
ripubblicizzazione;
b) la fine delle gare per
l’affidamento del trasporto, passando all’affidamento diretto;
c) il potenziamento mediante
assunzioni di personale viaggiante e rinnovo/aumento dei mezzi.